Francisco López
untitled #400


1. untitled #400 - movement 1
for stringless piano

2. untitled #400 - movement 2
created by evolutionary studio transformation of movement 1


Reinier van Houdt: stringless piano

created and composed by Francisco López 2021


PREMIERE RECORDING


Executive Producer: Massimo Simonini

Produced, recorded, mixed, mastered by Francisco López

Design: Massimo Golfieri, Concetta Nasone


i dischi di angelica (IDA 051 - 2022)


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Spaniard Francisco López is one of the most recognised sound artists on the international scene: in the span of four decades of activity, he has developed an extremely personal sound universe, based on a deep listening of the world. He created hundreds of sound installations and performances in major museums, galleries and international festivals.

Reinier Van Houdt, Dutch pianist and composer, has built himself an unusual repertoire that is always the result from personal quests, from collaborations with musicians to researches in archives; at AngelicA he played as a member of MAZE, in duo with Michael Pisaro, as soloist with the Orchestra del Teatro Comunale di Bologna for Yannis Kyriakides, and in solo for Walter Marchetti's Concerto for the left hand; he is also part of Current 93, and has collaborated with Alvin Curran, Christian Marclay and Jürg Frey among others.

untitled #400 is a project presented as a world premiere by Lopez and van Houdt at the opening of the 31st edition of AngelicA, on 15th May 2021.

The two musicians already worked together on untitled #275, a performance for mechanically prepared piano, quadraphonics and electronics which received a special mention at the 2011 edition of the Ars Electronica festival in Linz. In comparison to the piano “preparation” implemented in #275, the concept behind untitled #400, developed during six years, effectively introduced a new instrument: a “stringless piano” (or “inside-out piano”), whose initial inspiration came from Lopez’s installation The [Music] Room presented at the Caramoor Centre for Music and Arts in Katonah (New York), in which a Disklavier piano in full automatic performance could be seen playing, but without hearing the notes associated to the keys, since the hammers were not touching the strings.

The stringless piano used in untitled #400 consists exclusively of a portion of the instrument disassembled: the part comprising the keyboard and keys, the hammers and the interconnected mechanical parts, used as an autonomous unit of execution. The housing case, the lid, the soundboard, the strings and the pedals of a regular piano are completely missing.

The first movement is played by van Houdt acoustically. In the absence of the strings, what we hear are the dull thuds of the felt of the hammers (several of which would be found on the ground at the end of the concert, due to the violence of the performance), but also the creaks of the wood against the screws and the metal sheets - in fact, all the peculiar sound and mechanical-behavioural characteristics of the new instrument are explored, thanks to the powerful miking applied by López.

The second movement, on the other hand, represents an "evolutionary transformation" created in the recording studio using exclusively exploded, dissected and recombined sound materials from the first movement, which in the live dimension is spatially diffused with an immersive audio system in total darkness, as is the custom of the Spanish musician in the last few years.

At the Bologna concert, during the first movement van Houdt seemed to be following a score; in reality, the movement of the hammers in the mechanics of an open piano is unpredictable and does not really allows even for the rendition of the pure rhythmic structure of a piece; however, it is perhaps significant that the pianist brought along one of Antheil’s Sonatas as a trace to follow in a section of the piece: the concept behind untitled #400 actually seems to reference to the “Machinistic Music” which occupied the vanguards of the early twentieth century, and which finds its contemporary expression in several of Lopez’s compositions developed from original recordings of production machinery, electromechanical systems and industrial sites - as gathered in collections such as the memory stick VirtuAural Electro-Mechanics / Machinic Pieces 1995–2018, etc.

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Lo spagnolo Francisco López è uno dei sound artist maggiormente riconosciuti a livello internazionale: nell’arco di quasi quattro decadi di attività, ha sviluppato un universo sonoro totalmente personale, basato sull’ascolto profondo del mondo. Ha realizzato centinaia di installazioni sonore e di performance nei principali musei, gallerie e festival internazionali.

Reinier Van Houdt, pianista e compositore olandese, ha costruito per sé un repertorio insolito che è sempre il risultato di ricerche personali, dalle collaborazioni con musicisti alle ricerche negli archivi; ad AngelicA ha suonato come membro dei MAZE, in duo con Michael Pisaro, come solista con l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna per Yannis Kyriakides, e in solo per il Concerto per la mano sinistra di Walter Marchetti; fa inoltre parte dei Current 93, e ha collaborato tra gli altri con Alvin Curran, Christian Marclay e Jürg Frey.

untitled #400 è un progetto presentato in prima assoluta da López e van Houdt il 15 maggio 2021, come apertura della 31esima edizione di AngelicA.

I due musicisti avevano già lavorato assieme per untitled #275, una performance per pianoforte meccanicamente preparato, quadrifonia ed elettronica che ha avuto una menzione speciale all’edizione 2011 del festival Ars Electronica di Linz. Rispetto alla “preparazione” del pianoforte usata in #275, il concept di untitled #400, elaborato nel corso di sei anni, ha presentato di fatto un nuovo strumento: un “pianoforte senza corde” (o “pianoforte alla rovescia”), la cui ispirazione iniziale è venuta dall’installazione di López The [Music] Room presentata al Caramoor Center for Music and the Arts di Katonah (New York), all’interno della quale si vedeva un pianoforte Disklavier suonare da solo in esecuzione automatica, ma senza udire le note corrispondenti ai tasti, dato che i martelletti non toccavano le corde.

Lo stringless piano usato in untitled #400 è costituito esclusivamente da una porzione dello strumento smontata: la parte della struttura composta dalla tastiera con i tasti, i martelletti e le parti meccaniche interconnesse, utilizzata come unità di esecuzione autonoma; mancano cioè totalmente la cassa, il coperchio, la tavola armonica, la cordiera e i pedali di un normale pianoforte.

Il primo movimento viene suonato da van Houdt in acustico. Mancando le corde, ciò che udiamo sono i tonfi sordi del feltro dei martelletti (diversi dei quali si troveranno a terra a fine concerto, per la violenza dell'esecuzione), ma anche gli scricchiolii del legno contro le viti e le lamine di metallo – di fatto tutte le peculiari caratteristiche sonore e meccanico-comportamentali del nuovo strumento vengono esplorate, grazie alla potente microfonazione applicata da López.

Il secondo movimento rappresenta invece una “trasformazione evolutiva” creata in studio di registrazione utilizzando esclusivamente materiali sonori esplosi, dissezionati e ricombinati del primo movimento, che nella dimensione dal vivo viene diffusa spazialmente con un sistema audio immersivo nella totale oscurità, come abituale del musicista spagnolo negli ultimi anni.

Nel concerto di Bologna, durante il primo movimento van Houdt sembrava seguire una partitura; in realtà il comportamento dei martelletti, con la meccanica del pianoforte scoperchiata, è imprevedibile e non consente di rendere propriamente nemmeno la pura struttura ritmica di un brano; tuttavia è forse significativo che il pianista abbia portato con sé, come traccia da seguire in alcune parti, una delle Sonate di Antheil: il concept di untitled #400 sembra rimandare proprio alla "Musica sulla Macchina" che ha occupato le avanguardie del primo Novecento, e che si ritrova attualizzato anche nelle numerose composizioni di López sviluppate a partire da registrazioni sonore originali di macchinari di produzione, sistemi elettromeccanici e siti industriali e raccolte in sue compilation come la memory stick VirtuAural Electro-Mechanics / Machinic Pieces 1995–2018, ecc.

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Label : "i dischi di angelica” IDA 051 - 2022